domenica 13 marzo 2011

Lettera ad un'amica, in un bar del centro...



E’ sera, quando la tanto attesa notizia che nessuno vorrebbe mai ricevere, arriva. Siamo seduti davanti al solito aperitivo delle 19, nel solito bar al solito tavolo. Nessuno ha usato toccarci quell’angolo, così scomodo da raggiungere passando in mezzo agli altri tavoli; le due sedie davanti al tavolo rotondo rimangono vuote sino al nostro arrivo. Tu indossi il solito abito a fiori rosa che ti ha regalato tua madre per il compleanno il mese prima. Con te hai dei giornali che lasci cadere sul tavolo per appoggiare la tua guancia fresca alla mia. Ti lamenti perché non mi son fatto la barba e ti pungi, poi mi sorridi e mi lanci un’occhiata di complicità. Non l’accetto. So perché siamo lì e questa volta non mi piace. Ti siedi ordinando il solito bicchiere di rosso, fai lo stesso per me poi mi fissi senza dire nulla. Il locale si riempie e per un attimo che dura un solo secondo, dimentico perché mi hai chiesto di uscire. Sembra una serata qualunque. Una di quelle, in cui stiamo ore a raccontare le novità della nostra vita, chiedendoci se tutto quello che ci sta intorno durerà a sufficienza per vederci cambiare. Ma nulla dura e noi con difficoltà riusciamo ad apporre dei cambiamenti alla nostra vita. Due ragazze si tengono per mano mentre passano davanti al bar. Le guardiamo, le invidiamo e ci perdiamo in una risata compiaciuta. Tu, afferri un giornale e mi fai notare che sulla copertina vi è ritratto un volto di una ragazza che un po’ ti somiglia. Ha dei lunghi capelli rossi che gli cadono sulle spalle e due occhi infuocati che sembra vogliano attirare l’attenzione di chiunque la guardi. Sorridi, cerchi di provocarmi per arrivare al motivo di quell’incontro, ma io non colgo e continuiamo la serata. Ordini un altro bicchiere di rosso, distrattamente non ti accorgi che hai fatto cadere la tua borsa sul pavimento bianco, si apre e vedo ciò per cui mi hai invitato, ma non dico nulla. La serata va avanti criticando la politica, le belle in copertina e il tempo pazzerello, ma il fulcro della serata non fa ancora leva. Hai tra le mani il secondo bicchiere di vino, mi guardi ridendo ma non dici nulla, stai aspettando che l’occasione ti arrivi alla portata per poi usarla contro di me. Io non ti reggo il gioco e quasi annoiato, fingo di non interessarmi a quello che dici. Mi conosci, sai che mi farai male, anche se dovrei essere felice per te e per me. Inizia a piovere, ti alzi e ti sporgi dalla terrazza lasciandoti accarezzare dall’acqua che cade. Ti riavvicini a me, mi appoggi i tuoi capelli bagnati sul mi collo, aspettandoti una reazione, ma non ti accontento. Ti siedi, afferri il bicchiere di rosso e guardandomi negli occhi  e mi lasci cadere tra le mani il motivo del nostro incontro. Lo guardo, sorrido, ti abbraccio e lasciamo che le lacrime scendano sui nostri visi bagnati dalla pioggia, mentre l’invito al tuo matrimonio cade sul pavimento. Questo è tutto ciò che sto cercando di scriverti, ma l’emozione di quel momento è tanta e la penna mi scivola dalla mano.
Con affetto il tuo amico.

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